Amare e tra-dire la propria terra. Dopo la redazione del Piano di edilizia convenzionata a San Clemente – zona pianeggiate, a sud del centro di Occhieppo inferiore, con vista sulle Alpi Pennine e sulla Serra morenica – ci siamo posti questa domanda. Come progettare una serie di case economiche e flessibili, vicine alle forme della tradizione piemontese come alle nuove esigenze abitative, senza poter dialogare con un cliente reale?
Oggi la crisi economica e la moltitudine dei modi costruttivi si contraggono e si espandono così velocemente che risulta necessario dissipare le prassi consolidate e nel contempo evitare la retorica contemporanea della casa a costo energetico nullo. Per navigare “a vista” nel tempestoso mare edilizio, oggi è auspicabile avere buone e rapide idee, maturare una fluida immaginazione più che essere un timoniere-tecnico-ambientale sopraffino. In questo con-testo, per scovare idee e conoscenze abbiamo provato a decifrare liberamente alcuni frammenti di memoria del nostro passato e del nostro esistente: le case con altana e manto di copertura in coppi osservate nella bassa Valle Cervo; le vivide corrispondenze con la natura analizzate nella Casa Olano (1957) di José Antonio Coderch; l’asciutta domesticità delle case lombarde degli anni Sessanta sbirciata nei libri dimenticati di Carlo Perogalli; la luce sublime che ci ha inondati nel tetro Dome (1812) della Casa-Museo di John Soane; “a never-ending story”. Ossia frammenti in-finiti di case, di sensazioni e di abbagli che si sono stratificati misteriosamente nel tempo. Non sappiamo dipanarli e catalogarli come fanno gli archeologi, né conosciamo come e quanto abbiano nutrito la genesi del progetto. Sono remote suggestioni, insieme ad altre cadute nell’oblio, che hanno concorso (supponiamo) a prefigurare e simultaneamente a disegnare, a progettare e insieme a costruire una casa ideale che poi è diventata la casa di Alfredo Rondano. Una casa semplice, la sua casa, che si genera per sottrazione (con e) dentro la figura quadrata del tetto (14X14m), con l’altana nel centro (pozzo di luce zenitale e aerazione naturale per il soggiorno, lanterna per il paesaggio circostante). Una casa famigliare, la sua casa, costruita senza acrobazie formali, con mattoni e “cappotto” esterno, con infissi di pino lamellare a taglio termico e pietra di Luserna fiammata per soglie e davanzali, con lamiera di zinco per le gronde e i pluviali, shed per integrare i pannelli solari e fotovoltaici.