Riforma ufficio avvocati B & V

La trasformazione della vecchia portineria in studio legale ascolta le peculiarità dell’edificio esistente e insieme se ne discosta. Da un lato cerca di recuperare certe simmetrie latenti, certi materiali nobili, quali il legno e la pietra che appartengono alla storia edilizia del condominio costruito tra le due guerre (1937), dall’altro usa un linguaggio sintetico e introduce la flessibilità degli ambienti lavorativi.

Il progetto trasla e ruota certe assialità, piega qualche muro esistente, usa il legno di frassino trattato a olio per le librerie, i tavoli, gli scaffali e le porte, impiega il battuto di cemento per il pavimento della zona “pubblica”, mentre mantiene il pavimento di rovere delle stanze “private”, rende lo spazio fluido attraverso l’uso di setti mobili.
Il progetto rappresenta le contraddizioni che si generano tenendo insieme gli opposti. La luce dell’uscita e il buio dell’entrata, l’astratto della zona riunioni e il figurativo degli uffici, i materiali tradizionali e quelli innovativi, il finito delle opere in legno e dei corpi illuminati e il non-finito dell’intonaco colorato a calce, del pavimento di cemento e delle candele di vals progettate dall’illustre architetto.


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